Il 2023 è stato un anno d’oro per il turismo italiano. Oltre 850 milioni di presenze, con un indotto da 84 miliardi e 500 milioni di euro, un livello che non solo torna ad essere quello pre pandemia ma addirittura lo supera, rilanciando ambizioni e sfide future.
A dirlo, è l’ultimo studio condotto da Enit UnionCamere, che sottolinea anche il dato della ricezione: gli alberghi italiani hanno chiuso il 2023 con una quota di occupazione media del 51%, quasi 4 punti percentuali in più rispetto al 2019. “Cresce la consapevolezza dell’importanza di un’offerta maggiormente orientata alla sostenibilità ambientale ed ai servizi green – spiega il presidente di Enit, Ivana Jelinic – elementi divenuti oramai fondamentali driver di marketing e di posizionamento sul mercato, in particolare rispetto alla domanda straniera alto-spendente”. Sono queste le strade da seguire per migliorare un settore già florido. Vediamole nel dettaglio.
Intrattenimento, sostenibilità e lusso. La ricetta per crescere ancora
Quello che è certo è che oggi il turista non cerca solo la bellezza naturale e paesaggistica o la città d’arte. Vuole esperienze, vuole intrattenimento. Lo avevano capito da tempo i casinò che, come evidenzia il sito Gaming Report, all’interno di un focus su turismo e casinò, hanno saputo intercettare un nuovo pubblico grazie proprio ad un’offerta a 360 gradi. Las Vegas e Macao, Montecarlo e Venezia, Sanremo e Saint Vincent riescono infatti ad abbinare le attrattive tradizionali del luogo a esperienze di intrattenimento ma anche ristorazione di livello, centri benessere, spettacoli, resort. E un tocco di lusso che ovviamente guarda ad un target elevato.
Turismo di élite, ma non solo. La ricetta per il futuro del settore è anche quella che guarda alla tecnologia e alla sostenibilità, magari coniugata alla valorizzazione di antichi saperi, di vecchi territori, di paesi che rischiano di perdersi. È quello che mira a fare Ruralis, una startup italiana nata nel 2020 che ha come obiettivo quello di gestire case vacanze in borghi e aree interne italiane. “Da qui c’è una grande fuga di cervelli – ha spiegato a Forbes Nicolas Verderosa, responsabile dell’azienda – Chi vive in un piccolo borgo italiano tende ad andare prima nelle città e poi all’estero. Senza giovani menti, questi luoghi ricchi di storia, cultura e paesaggi sono destinati a morire”.
Cresce il peso dei Millennials
851 milioni di presenze turistiche, dicevamo, per un aumento del 2,7% rispetto al 2022. Tra i turisti, cresce la quota dei millennial (ovvero di coloro che hanno meno di 40 anni), che rappresentano ormai il 41,1% del totale, con un’alta propensione alla spesa e alla ricerca di esperienze di qualità.
Quali sono le regioni più scelte? Le quotazioni più in rialzo sono quelle del Trentino-Alto Adige, del Lazio e della Lombardia. I millennial guardano anche al Piemonte, all’immancabile Sardegna e alla Calabria, con aumenti di 1-2 punti percentuali. A trainare le scelte sono soprattutto il patrimonio culturale e gli eventi locali, con una spesa turistica in crescita soprattutto per alloggio e ristorazione.
Un settore in grande salute, quello del turismo italiano. Ma che può crescere ancora.