Su una bancarella dell’usato ho trovato un libro molto vecchio, su un’autrice che è vissuta in Cina, La buona terra (Pearl S. Buck). Vissuta da piccola in Cina di conseguenza conosceva bene la cultura di quel popolo. Da mesi mi piace visionare film su quella terra, in quanto mi attira quel mondo lontano dalla mia cultura e dai suoi usi e costumi affascinanti.
Pearl Buck è un’autrice americana, vincitrice del premio Pulitzer, per la sua descrizione epica della vita contadina cinese e per le biografie nata il 26 giugno 1892 a Danby, e morta il 6 marzo 1973. Quando era bambina seguì i suoi genitori, missionari della Chiesa Presbiteriana in Cina, dove trascorse l’intera sua giovinezza, prima a Ching Kiang sul fiume Yangtze, e poi dal 1900 a Shangai vivendoci fino al 1933.
Ma all’età di 18 anni ritorna negli Stati Uniti per motivi di studio e nel 1917 si sposa con John Lossing Buck. Con il marito si ritrasferisce in Cina, dove insegna letteratura all’Università di Nanchino fino al 1934, fino a quando è costretta ad abbandonare il paese a causa di ritorsioni verso gli stranieri, ritornando negli Stati Uniti, continua a scrivere mettendo a frutto tutto ciò che aveva osservato e imparato in quella nazione e si dedica alla salvaguardia dei diritti umani, dando vita a una fondazione per l’assistenza ai bambini asiatici.
La buona terra: vita dei contadini in Cina nel 900
Il suo romanzo ” La buona terra” è caratterizzato da un’eccellente descrizione della vita contadina in stile epico. Ha interpretato la vita contadina cinese in un modo molto più meticoloso rispetto ad altri scrittori contemporanei e perciò è un’autrice più tradotta della letteratura americana.L’autrice è un osservatore brillante e racconta la vita del popolo cinese in modo meraviglioso forte del fatto di essere vissuta tra il popolo cinese che erano più come amici e parenti facilitando il modo di narrare il loro stile di vita.
Nel romanzo ” La buona terra “, Pearl Buck dà un quadro chiaro e nitido dei tipici contadini cinesi con i loro valori morali ed etici, questa sua descrizione apolitica della vita contadina cinese migliorò il concetto nelle menti americane della mentalità dei cinesi descrivendo gli alti e bassi di una povera famiglia contadina rurale. Il suo capolavoro mette in evidenza la vita di un povero contadino che possiede la stessa anima primitiva come i suoi antenati che costruisce la sua fortuna aggrappandosi alla madre terra.
Per lui la terra è il potere che costruirà la sua fortuna e quella della sua famiglia che costruisce sposandosi con una schiava, in pratica narra la vicenda di Wang Lung e di sua moglie O-Lan che danno pieno valore alle loro fatiche. Egli adora la sua terra e a volte si mimetizza con essa, infatti acquista lo stesso colorito marrone tanto la sua tenacia a coltivarla e curarla proteggendola da ogni cosa.
Autore Pearl S. Buck
Casa editrice Mondadori, Milano
Collana Gli Oscar
Pagg. 337
Prima edizione (Medusa) giugno 1933
(gli Oscar) Maggio 1966
(Oscar Scrittori del Novecento) 1994
Traduzione (dall’inglese) di Andrea Damiano
Titolo originale The Good EarthBuck
Il romanzo mette a confronto le conoscenze di Wang Lung sulla natura e la mancanza di rispetto della famiglia Hwang, famiglia ricca e agiata che non sa come lavorarla, mentre lui essendo un povero contadino ha un rapporto intimo con la terra passando molto tempo nei campi, da solo con la natura perché non ha nessun lavorante che gli dà una mano.
A mio parere in questo romanzo, La buona terra (1931), Buck ritrae la Cina con i suoi antichi valori tradizionali, con le famiglie che seguono usi e costumi che hanno prevalso per centinaia di anni con caste divise in contadini e nobiltà. Mette in evidenza anche la struttura familiare non limitandosi alla famiglia Wang Lung, ma alla stragrande maggioranza delle famiglie insediate in ogni casa rurale cinese nei primi anni del 1900.
Questo libro mi ha dato l’idea che tutta la vita umana inizia e finisce nella terra immutabile ed è questo la base del romanzo e il suo titolo. Un romanzo che mi ha trasmesso, in modo caloroso, gli usi e costumi di un popolo lontano nel tempo e nei chilometri, sopratutto lontano dalla mia cultura, anche se i contadini delle mie parti, hanno lo stesso amore viscerale per la madre terra. Mi piace l’insistenza del romanzo sulla terra che merita rispetto e evidenzia il fato avverso di coloro che non l’amano e finirà per cadere in disgrazia.
Buck sottolinea le differenze tra i valori culturali occidentali e cinesi, chiedendo ai suoi lettori occidentali, di capire come i valori morali e le circostanze disperate potrebbero guidare i personaggi del romanzo in modo chiaro. Mi risulta evidente l’attenta analisi di Pearl Buck sulla gente con la presentazione e lo stile eccezionale che contrassegna la qualità che possiede un poema epico. Consiglio questo grande romanzo che insegna a non vivere solo d’aria e di sogni ma di vivere con i piedi ben piantati a terra.
Conclusione e parere
Non mi ha di certo scoraggiata imparare le macchinose tecniche della lavorazione della terra, anzi ho ammirato quel buon contadino che lotta fino all’ultimo respiro, per la sua terra adorata che gli ha dato dolori immensi ma anche gioie incontenibili.
Curiosità
Dal romanzo fu estrapolato un film, girato nel 1936 in Cina e in California, “La buona terra” (The Good Earth) di Sidney Franklin (1937) che ebbe numerose candidature, nella quale vinse l’Oscar per la migliore attrice a Luise Rainer e l’Oscar alla migliore fotografia a Karl Freund. Film davvero memorabile, che esprimeva bene la drammaticità della vita delle persone protagoniste del romanzo. Dal libro, è stata tratta una versione cinematografica, Purtroppo per me, questo romanzo fa parte di una trilogia che segue le vicissitudini delle due famiglie protagoniste, 2 volume, finendo con il terzo che racconta l’epilogo
“Riconoscimenti (Dati presi da wikipedia)
1938 – Premio Oscar
Miglior attrice protagonista a Luise Rainer
Migliore fotografia a Karl Freund
Nomination Miglior film alla MGM
Nomination Migliore regia a Sidney Franklin
Nomination Miglior montaggio a Basil Wrangell
1937 – National Board of Review Award
Migliori dieci film”