Combattere l’ipercolesterolemia, ossia l’eccesso di colesterolo nel sangue, rappresenta un fattore impellente al giorno d’oggi. Guardando ai dati dell’ultimo decennio, infatti, è possibile notare una crescita importante.Nel 2025, come sottolineano i dati diffusi dalla Fondazione Veronesi e a loro volta frutto di stime degli esperti ISS, questa condizione patologica, potenzialmente molto pericolosa per la salute cardiovascolare, riguarda circa il 38% degli italiani.
Nel quinquennio 1998-2002, invece, erano il 24%.
Per far fronte a questa problematica, nulla è come la dieta. Tra i capisaldi da considerare quando la si chiama in causa è possibile menzionare l’ampio consumo di cibi di origine vegetale, così come la riduzione dell’apporto di grassi, in particolare quelli saturi.
I benefici della dieta mediterranea

La dieta mediterranea si è dimostrata il top per quanto riguarda la prevenzione dell’ipercolesterolemia a partire dalle scelte a tavola.
Ecco un elenco dei principali alimenti da includere nella propria routine quotidiana:
- Verdura, legumi, cereali integrali: la prima dovrebbe essere portata in tavola tenendo conto di un range pari a 2-3 porzioni quotidiane (per la frutta, invece, ne bastano un paio). I suoi benefici contro il colesterolo sono legati soprattutto alla presenza di antiossidanti, importante in generale per la salute cardiovascolare. I legumi, invece, andrebbero inclusi dalle 2 alle 4 volte a settimana e fanno la differenza sul controllo dei livelli di colesterolo grazie alla loro ricchezza in fibre e in steroli vegetali.
- Condimenti salutari: per tenere sotto controllo il colesterolo a partire dalle scelte a tavola, è importante evitare condimenti ricchi di grassi saturi, concentrandosi, invece, su fonti di grassi poli e monoinsaturi, a partire dall’olio EVO. Ottimi a tal proposito sono anche quelli di semi di soia, girasole e arachidi. Negli ultimi anni, si parla molto pure dei benefici dell’olio di riso, un elisir anti colesterolo importante in virtù di un composto in particolare, ossia il gamma orizanolo, capace di inibire l’assorbimento del colesterolo alimentare.
- Focus sulle fibre vegetali: come già accennato, la fibra vegetale ha un ruolo di particolare rilevanza quando si parla degli alleati alimentari contro il colesterolo cattivo. Il motivo? La sua capacità di intervenire nella riduzione dell’assorbimento dei grassi a livello intestinale.
Per quanto riguarda gli altri accorgimenti da adottare, dedichiamo in cenno anche all’assunzione di pesce azzurro, noto per la sua ricchezza in omega 3 e in omega 6.
Da consumare dalle 2 alle 3 volte a settimana – attenzione: si tratta di indicazioni di massima che vanno parametrate alla propria situazione clinica con l’aiuto di un dietologo – andrebbe cucinato al forno o al vapore, così da limitare i condimenti.
Per minimizzare il rischio di contaminazione da metalli pesanti come il mercurio, è bene concentrarsi su pesci piccoli, come per esempio le sardine.
Nutraceutica, la nuova frontiera per il controllo del colesterolo

Negli ultimi dieci anni circa, si parla sempre di più del contributo della nutraceutica alla gestione del problema dell’ipercolesterolemia (in Italia e non solo).Disciplina nata alla fine degli anni ‘80 e ancora oggi non regolamentata ufficialmente a livello internazionale, la nutraceutica chiama in causa lo studio di tutti gli alimenti e le bevande caratterizzati dalla presenza di componenti aventi un impatto positivo sulla salute e su condizioni anche importanti come appunto l’ipercolesterolemia.
Tra gli alimenti più celebri al proposito non si può non menzionare il riso rosso.
Per quanto riguarda invece le bevande, un ruolo fondamentale è da attribuire al succo di bergamotto.
Prodotto inizialmente popolare grazie al suo impiego nell’industria profumiera, avente radici nella Francia del XVIII secolo, proprio grazie ai progressi della scienza, che ne ha indagato le proprietà e l’impatto su aspetti del benessere anche decisivi per la sopravvivenza, sta avendo sempre più successo anche in cucina.
Sono diversi gli studi che hanno indagato l’impatto del succo di bergamotto, da acquistare avendo cura di scegliere prodotti biologici, sui livelli di colesterolo.
Tra questi lavori scientifici è possibile citare una revisione sistematica condotta presso l’Università di Saragozza, in Spagna, e pubblicata il 31 ottobre 2019.
Con lo scopo di valutare l’effetto nutraceutico del bergamotto sulla dislipidemia, principale fattore di rischio cardiovascolare modificabile, gli esperti si sono concentrati su 442 studi.
Sulla base dei dati da essi messi in primo piano, è stato possibile scoprire, nel 75% dei casi, un effetto positivo dell’agrume sui valori di colesterolo totale, colesterolo LDL e trigliceridi.
Tra gli studi analizzati, otto in particolare hanno evidenziato, a seguito dell’assunzione di bergamotto, un incremento dei valori del colesterolo HDL, altrimenti noto come colesterolo buono.
Analizzando i dati nel complesso, si può parlare di un effetto dose dipendente, nonché di un potenziamento nei casi in cui si ha a che fare con la somministrazione in concomitanza con le statine, tra i farmaci di elezione quando si parla di controllo dell’ipercolesterolemia.
Il ruolo dello stile di vita
Accanto all’attenzione all’alimentazione, deve essere presa in considerazione anche quella relativa allo stile di vita. Tra le principali raccomandazioni rientra, per esempio, il fatto di non fumare. Il tabacco, infatti, abbassa i livelli di colesterolo HDL, il colesterolo buono, danneggiando in maniera irreparabile le arterie.
Importantissimo è anche praticare attività fisica, essenziale sempre per incrementare i livelli di colesterolo HDL a discapito di quello cattivo.
Da prediligere sono le attività di tipo aerobico, dal nuoto, al ciclismo, alla corsa lenta.
Se si ha modo di farsi seguire con un approccio personalizzato sia dal punto di vista alimentare, sia quando si parla di attività fisica. Il motivo è legato al fatto che, tra gli aspetti sui quali concentrarsi, rientra il girovita, che deve essere possibilmente inferiore a 80 cm per le donne e a 94 per gli uomini.
Se si soffre di ipercolesterolemia, condizione che non riguarda per forza soggetti in sovrappeso, è cruciale farsi seguire dal medico di fiducia in quanto sono in gioco anche fattori come la genetica.
Nel momento in cui non ci sono problemi di rapporto con la dieta e con la bilancia e il livello di attività fisica è adeguato, è essenziale tenere monitorati nel tempo i valori della glicemia, nonché quelli della pressione arteriosa e, in ogni caso, moderare l’apporto di zuccheri semplici e alimenti come il burro, lo strutto e la panna.