Piccoli fori nei muri delle case consentivano la vendita al dettaglio di alcolici ai lavoratori o alla carità per i passanti meno abbienti.
Le Buchette del vino aperte a Firenze, in Italia, sono delle finestre del vino costruite nel XVII secolo attraverso le quali i venditori vendevano vino ai clienti meno abbienti durante l’epidemia di peste nel 1630 per servire le persone senza diffondere germi. Hanno persino scambiato denaro su un vassoio di metallo igienizzato con aceto.
Visitando Firenze, lungo alcuni muri degli edifici del centro storico della città, si notano dei piccoli portoncini all’altezza del fianco di un adulto. Quando le leggi sui liquori sono cambiate all’inizio del XX secolo, le finestre per il vino hanno gradualmente cessato di esistere e molte finestre in legno sono state definitivamente perse nell’alluvione del 1966.
Le buchette del vino, le finestre del vino, sono buchi a forma di cupola negli spessi palazzi in pietra della città rinascimentale che sei secoli fa erano usati per vendere il vino. Questi portali sono spesso ad arco, con portoni in legno, circondati da pietra, che gli conferiscono un aspetto elegante, tanto che anticamente venivano chiamati “piccole osterie”. Queste finestre del vino, uniche a Firenze e in Toscana, erano una parte normale della vita quotidiana qui secoli fa. Non è la prima volta che queste finestre vengono utilizzate per prevenire la diffusione di malattie a Firenze.
Cosa sono le “Buchette del Vino” aperte a Firenze?
Buchette del vino aperte a Firenze. L’Italia medievale e rinascimentale emerse come un ricco mercato economico. Nel 1400 grandi famiglie aristocratiche iniziarono a convertire le loro attività in terreni agricoli e latifondi con redditi più stabili, producendo una varietà di beni alimentari, in particolare il vino. Cosimo de Medici, banchiere e signore di Firenze, concesse il diritto ai nobili di vendere il vino che producevano nelle colline intorno a Firenze.
Piccoli fori nei muri delle case consentivano la vendita al dettaglio di alcolici direttamente ai lavoratori senza bisogno d’intermediari da parte dei proprietari delle piantagioni.
Un altro uso delle Buchette del vino aperte a Firenze è dedicato alla carità.
Un usanza millenaria che tramanda l’usanza delle persone che spesso conservavano il cibo o una bottiglia di vino in un piccolo scomparto, vicino al suolo, in modo che i poveri potessero portarlo via senza rivelare la propria identità. Mettere vino e cibo direttamente attraverso i piccoli fori aiutava anche il proprietario della casa a compiere buone azioni senza dover uscire di casa.
La pratica di vendere il vino attraverso le finestre del vino iniziò probabilmente all’inizio del XVI secolo dopo che la famiglia Medici tornò al potere e il sindacato dei produttori di vino iniziò gradualmente a fallire. I primi documenti che descrivono la vendita diretta del vino nei palazzi delle famiglie che li producevano risalgono al 1559, ma non menzionano l’esistenza delle finestre del vino.
Dove si trovano le Buchette del vino aperte a Firenze
Le Buchette del vino aperte a Firenze, sono circa 150, permettono la vendita di vino da bar e ristoranti tenendo a distanza i clienti. Per rimanere in attività e proteggere i clienti durante la pandemia di coronavirus molti bar e ristoranti hanno iniziato a vendere cocktail da asporto e altre bevande alcoliche. Attualmente sono in attività almeno quattro buchette del vino nei dintorni di Firenze che ne ha circa 150, e ce ne sono altri 100 circa in altre parti della Toscana.
Questo tipo di scambi entusiasma le persone perché garantisce la sicurezza della stagione epidemica e fa rivivere una tradizione secolare dell’identità culturale italiana. Le finestre meglio preservate si trovano in via del Giglio e in via del Sole a Firenze.
Nel 2015 nasce un Associazione con intenti culturali e senza scopo di lucro, che iniziò a fare una mappa delle buchette in giro per Firenze ma anche nei dintorni, un tour enogastronomico e insolito per gli appassionati di gastronomia. A lungo in disuso, i fori a forma di cupola sono stati convertiti in qualsiasi cosa, dai campanelli alle porte e alle postazioni postali ai santuari cristiani.