Dopo la morte di Cesare continuarono a Roma i disordini e le guerre civili finché Ottaviano, pronipote e figlio adottivo del dittatore, assunse il potere sconfiggendo il rivale Antonio, valoroso ufficiale di Cesare.
Inizio il periodo dell’impero romano: A Ottaviano Augusto furono attribuite, dopo qualche tempo, le maggiori cariche dello Stato: console per 10 anni, proconsole a vita, pontefice massimo e imperatore. Era lui che prendeva tutte le decisioni più importanti e approvava le leggi.
Gli fu anche conferito il titolo di Augusto, che significa degno di venerazione.
Con Ottaviano Augusto tramonta la repubblica e inizia l’impero romano.
Inizio impero romano: Sotto il governo di Ottaviano Augusto, Roma godette di un lungo periodo di pace e di stabilità: rifiorirono l’economia, la letteratura e le arti. Furono costruite strade per collegare le varie parti dell’immenso impero, acquedotti, monumenti grandiosi e opere pubbliche. Ottaviano Augusto morì nel 14 a.C.
Religione politeista romana

All’inizio impero romano, i Romani erano di religione politeista come molti altri popoli dell’epoca. In origine, essendo un popolo di pastori e di contadini, le loro divinità rappresentavano le forze della natura; poi adottarono le divinità e le credenze dei popoli conquistati.
- Dai Greci importarono il culto di molte divinità, cambiandone soltanto il nome: per esempio, Giove, il dio del cielo, corrispondeva a Zeus; Venere ad Afrodite, dea dell’amore; Nettuno a Poseidone, dio del mare.
- Di origine romana era il Culto degli dei domestici, protettori della casa e della famiglia, i Lari.
L’arte e architettura romana

Nella pittura e nella scultura i Romani non furono molto originali; copiarono prevalentemente l’arte greca. Furono geniali invece nell’architettura, costruirono infatti opere grandiose: archi di trionfo, ponti, acquedotti, strade, templi, teatri. I resti di questi monumenti sono sparsi un pò ovunque sull’immenso territorio che costituiva l’impero romano. Ottaviano favorì la cultura grazie al famoso Mecenate che si circondò di autori del calibro di Virgilio, Orazio, Livio e Ovidio.
La condizione degli schiavi
In seguito alle guerre di conquista, in Italia esisteva un gran numero di schiavi, prigionieri di guerra. Essi venivano considerati come cose e nutriti solo perché lavorassero. Erano utilizzati nei lavori domestici, in quelli agricoli, nelle miniere, dove le condizioni di lavoro erano disumane. In città, gli schiavi lavoravano; oltre che nelle case, nei laboratori degli artigiani e, se erano colti, venivano impiegati come insegnanti, contabili e medici.
Ma la maggior parte di loro viveva in condizioni durissime e per questo spesso scoppiavano rivolte che venivano duramente represse. A volte il padrone, per generosità o per ricompensa, liberava uno schiavo, che diventava cosi un liberto. Molti liberti divennero personaggi importanti nell’economia, nella politica, nella cultura della città.
mi piace molto la storia, era una delle mie materie preferite, un approfondimento che ho letto con piacere
Molto interessanti questi articoli sui romani li sto trattando, mi piacciono e sono avvantaggiata dal fatto che vivo a roma
grazie e\’ sempre un piacere fare un tuffo nella storia dell\’impero romano
Un ottimo promemoria utile agli studenti ma anche a chi come me ha la memoria arrugginita!